Prima domenica di Avvento del 1919
Al Venerabile Clero e diletto Popolo della Città e Diocesi
salute e benedizione nel Signore
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inita come a Dio piacque, la guerra che fu causa di tante lacrime e di tante rovine; passato il turbine delle elezioni politiche che tenne così agitati gli animi in questi ultimi mesi; è tempo ormai di rimettere in calma i cuori e le menti, perché la società umana riprenda il suo cammino operoso e fecondo di opere e di virtù.
E prima di ogni altra cosa, bisogna richiamare le coscienze alla visione ed alla meditazione della verità: di quella verità che, emanata da Dio, è come Dio stesso immutabile ed eterna. Troppi errori e troppe passioni le hanno fatto velo in questi anni di febbrile turbamento; né v’ha alcuno che non senta il bisogno di un’atmosfera di calma, per raccogliersi un poco in se stesso, e rendersi ragione di quello che è avvenuto, e di ciò che devesi fare per l’avvenire.
Il popolo nostro cristiano è rimasto sgomento e sconcertato; ed un cumulo di rancori e di sognate vendette è succeduto ai timori, alle angosce, ai pianti inconsolabili dei trascorsi; e non basta la incerta lusinga di un assestamento sociale più scomodo e più equo a rimetterlo in pace. Bisogna risvegliare in esso la assopita Fede negli immortali destini a cui l’uomo aspira, bisogna fare scorrere un’onda ristoratrice di dottrine Evangeliche, che spenti gli odi diffonda dovunque il balsamo dell’amore di Gesù Cristo.
Le S. Missioni
A tal fine si impongono dovunque le Sante Missioni, e deve essere cura di ogni Pastore d’anime il procurarle nella propria Parrocchia. La voce del Missionario, scevra d’ogni sospetto di personalità e nuova per l’uditorio, penetrerà nei cuori, e vi ridesterà le pure gioie di quella Religione che incoraggia e tranquillizza; susciterà il salutare rimorso della colpa, ed aprirà la via all’inestimabile tesoro della grazia.
E Noi, per il bene della Nostra amata Città, e per il buon esempio della Diocesi intiera, di comune intesa col nostro Reverendissimo Capitolo, abbiamo stabilito di far dare in questa nostra Basilica Cattedrale una grande e straordinaria Missione, che incomincierà la sera del 27 Dicembre prossimo, e durerà fino alla solennità della Epifania. Tre degnissimi e bravissimi Padri Passionisti verranno a predicarla, e col loro zelo Apostolico ci fanno sentire in un mondo affascinante le eterne verità.
Si adoperino adunque con tutto lo zelo i Parroci della Città e del suburbio per la buona riuscita di detta Missione, col farne subito parola al popolo, col magnificarne i vantaggi, coll’esortare tutti ad approfittarne. Si faccia noto fin d’ora che, durante i giorni delle Missioni in Cattedrale, restano le chiese della Città, dovendo i Sacerdoti per edificazione del popolo essere i primi ad intervenire alle prediche ed alle funzioni che si faranno in Duomo.
Collette
Per ossequiosa e doverosa obbedienza alla Venerata Lettera di S.S. Papa Benedetto XV, che ordinava di raccogliere nel giorno 28 Dicembre in tutte le Chiesa del mondo una straordinaria elemosina a vantaggio dei Bambini dell’Europa centrale, che languiscono e muoiono di fame e di freddo, si comanda a tutti i Parroci e Rettori di chiese della Nostra Diocesi di spiegare al popolo con commoventi e persuasive parole lo stato miserando di quelle povere creature, e di raccogliere in quel giorno le offerte dei fedeli, trasmettendole subito alla Nostra Curia, perché possiamo inviarle quanto prima sia possibile al S. Padre, che per buon esempio, ha stanziato dal suo a tal fine la cospicua somma di L. Centomila.
Per obbedire parimenti alla S. Congregazione di Propaganda Fide, che con sua lettera del 29 Sett. u.s. vivamente insiste presso tutti i Vescovi perché nelle loro Diocesi, nel giorno sacro all’Epifania, secondo le prescrizioni dei Sommi Pontefici, facciano raccogliere in ogni Chiesa una elemosina per la liberazione degli schiavi in Africa, ordiniamo a tutti i Parroci e Rettori di chiese che, avvisato ed esortato nei dì precedenti il popolo, nel detto giorno dell’Epifania, durante le S. Messe e le S. Funzioni, facciano una questua al fine suddetto, trasmettendone il ricavato alla Curia, perché lo spedisca alla detta S. Congregazione. I nomi delle chiese offerenti, colle relative offerte, saranno pubblicati sul Bollettino Interdiocesano nel prossimo Gennaio.
Le leggi dell’astinenza e del digiuno
Si rende noto che col primo Gennaio 1920 cessa ogni dispensa sia dall’astinenza che dal digiuno, e che quindi ritorna in vigore la legge della Chiesa, secondo le norme del Diritto Canonico. Anche di ciò devono i Parroci a tempo utile premunire i fedeli.
Perché trionfa il socialismo
Ed ora Ci sia permesso dire qualche cosa, e dare le disposizioni opportune per ciò che riguarda il movimento Cattolico.
La certo non troppo felice riuscita del Partito popolare nelle elezioni politiche della nostra Umbria; mentre è notorio che a quel partito unanimemente aderirono tutte le Associazioni Cattoliche, deve essere fonte di serie considerazioni, e di risoluti propositi per l’avvenire.
Molteplici furon le cause che ci portarono a risultati così inattesi; ma la più saliente, e quella che più ci interessa, è la mancanza di organizzazione in mezzo al nostro popolo. A questa si aggiunga, come coefficiente non piccolo, la mancanza di conveniente educazione religiosa; per cui molti, senza saper ciò che facevano, si sono lasciati convincere dai propagandisti dei partiti anticristiani ed antisociali, a tal segno da non capire la gravissima colpa che commettevano nel favorirli. Una terza causa fu l’equivoco provocato dal fatto che non si fece bene comprendere la portata della aconfessionalità del Partito Popolare, per cui da alcuni, fu ritenuto non conforme allo spirito religioso e sociale della Chiesa.
E cominciando da questa ultima causa, è necessario mettere le cose a posto, per avere idee chiare. Il Partito Popolare nella esposizione del suo programma ha fatto conoscere essere sua intenzione di voler ordinare la società secondo i principi Cristiani: e quindi ha invitato ad iscriversi fra le sue file tutti coloro che aderiscono a quei principi, senza curarsi di sapere se siano in pratica cattolici o meno. In questo senso egli è aconfessionale, cioè non dipende nella sua formazione e nella sua direzione direttamente dalla autorità della Chiesa. Siccome poi si prefigge di seguire nel suo modo di agire l’indirizzo Cristiano, è evidente che in quello egli dipende dalla Chiesa, che in materia è la sola autorevole maestra ed interprete, sotto pena di venir meno al proprio programma, e di fallire ai propri impegni. Coloro poi che sono ascritti al Partito stesso, se sono cattolici, dipendono dalla Chiesa come qualunque altro fedele; né possono appartenere al partito né agire in quello, se non fino a quando esso si attenga agli insegnamenti ed ai dettami della Chiesa medesima; pronti a lasciarlo, qualora uscisse di via.
Quanto riguarda ai membri del Clero, non occorre nemmeno dimostrarlo, essi devono sempre ed in tutto dipendere dalla Chiesa al cui servizio si sono completamente consacrati, né possono in alcun modo sottrarsi alla dipendenza dei Vescovi, a cui hanno promesso riverenza ed obbedienza. Nessun di essi può quindi appartenere al Partito Popolare se non coll’assenso del proprio Vescovo, e molto meno coprirvi una carica. E, data la licenza, i Sacerdoti devono operare nel partito da veri Sacerdoti, e quindi in piena conformità di pensiero e di azione col Vescovo e colla Chiesa. Con ciò non intendiamo menomamente di disapprovare quello che fu fatto fin qui dai Sacerdoti della Nostra diocesi, anzi siamo contenti poter affermare che finora hanno seguito il Nostro modo di vedere e speriamo che continueranno a cooperare al buon indirizzo del Partito stesso.
E venendo ora a trattare della altre due cause che produssero qui, nell’Umbria, più che altrove, risultati sì poco lusinghieri, non vi può essere alcuno che non li attribuisca alla assoluta mancanza di organizzazione. E’ un fatto, deplorevole quanto mai, ma un fatto, che i Cattolici Umbri non hanno lavorato neppure la quarta parte di quanto hanno lavorato i rivoluzionari; e nemmeno il Clero ha saputo dovunque fare tutto il proprio dovere, sia per mancanza di preparazione a questo nuovo genere di lotta, sia per poca convinzione della necessità di ingaggiarla. Non si è persuasi di quanto importi la diffusione della Unione Popolare: anzi vi è chi la crede affatto inutile; mentre solo il compito di quella può preparare il pacifico esercito che ci sarà quando che sia la vittoria.
Cultura religiosa e Azione cattolica
Il nostro popolo abbisogna di una sola educazione religiosa e sociale; e finché non l’avrà, non sarà cosciente di propri atti e della propria forza per avviare la società sul sentiero sicuro della civiltà Cristiana. L’organizzarlo in senso economico, senza prima educarlo al pensare cattolicamente, è mettergli in mano l’arma che egli rivolgerà poi contro i suoi organizzatori; e ne abbiamo avuto le prove in più luoghi donde vennero le più amare disillusioni. Finché i nostri contadini ed i nostri operai non comprenderanno che non il solo benessere materiale, ma molto più il morale, forma la vera felicità dei popoli, non saranno, altro che mancipi del socialismo e della rivoluzione.
Si impone pertanto, e subito, un poderoso risveglio della Azione Cattolica sia nel campo religioso e sociale, come in quello economico, ma con uniformità di intendimenti, e con perseveranza di lavoro; ed a questo devono concorrere tutte le energie sia del Clero che del Laicato, sotto l’indirizzo e la guida della Chiesa. L’Azione Cattolica tanto sociale che economica è così strettamente collegata colla missione religioso-morale della Chiesa, che non può né sussistere, né svolgersi se non in perfetto accordo ed in dipendenza da essa. Non è adunque il Partito Popolare, come cosa essenzialmente politica, che si mette a capo del Movimento Cattolico in nessuna delle sue esplicazioni, ma sono invece i cattolici aderenti a quel partito che devono mettersi a disposizione della Giunta Direttiva dell’Azione Cattolica, per lavorare proficuamente in seno ad essa al grande lavoro che urge.
La vera missione di educare il popolo a conoscere ed a praticare la vita Cristiana fu affidata da Gesù Cristo ai Sacerdoti, e quindi a loro, prima che ad ogni altro, spetta per obbligo di ministero la predicazione delle verità Evangeliche. E se ciascun sacerdote avesse fatto sempre su questo punto il proprio dovere, non ci troveremmo adesso a così tristo partito. Ma è proprio vero che, secondo gli ordini dati, si è spiegato dovunque in tutte le S. Messe festive l’evangelo, si è fatto il catechismo agli adulti, e tutte le Domeniche si è tenuta la scuola della dottrina Cristiana ai piccoli? Ciascun Prete si esamini su questo punto, e si meta con zelo a fare subito il proprio obbligo.
Ma pur troppo è vero, ai giorni nostri bisogna fare anche di più. Sono tali e tante le arti dei nostri avversari per allontanare i fedeli dalla Chiesa, che ci è necessario imparare da loro, a scendere in campo e combatterli colle loro stesse armi. Le associazioni, la stampa, le conferenze, lo sport, il teatro, il cinematografo, se servono per loro a demolire, devono servire a noi per edificare. E qui si deve vedere lo slancio dei preti e dei buoni laici, nel saper approfittare di questi mezzi per attirare il popolo, ed istruirlo nella verità.
Circoli giovanili
Osservate per esempio la costanza ed il coraggio con cui i socialisti educano nei loro circoli i giovani: vedete a quale franchezza degna di miglior causa li avvezzano?
E perché non si fa così anche dai nostri? Perché in tutta
Incominciamo Noi qui in Città: il nostro carissimo Circolo “S. Florido” tutte le settimane terrà due conferenze di cultura religiosa e sociale, per ora nella sala del Seminario gentilmente concessa. L’ora sarà dalle sette alle otto di sera, i giorni mercoledì e sabato: e vi potranno intervenire non solo i giovani del circolo, ma anche tutti coloro che apprezzano e stimano i nostri principi, o vi simpatizzano. Il programma sarà fissato con apposito manifesto; e sarà un piacere per i membri del Circolo stesso, se i Sacerdoti ed i Laici Cattolici si offriranno per svolgere qualche punto del programma tenendo qualche conferenza. Finita la conferenza, si aprirà la discussione; e così tutti avranno mezzo per dilucidare le questioni ed istruirsi a vicenda.
Si raccomanda poi caldamente ai RR.mi Canonici ed ai M.R. Parroci di Città e suburbio di caldeggiare e favorire colla parola e coll’opera questa santa impresa; procurando che vi intervengano in buono numero i propri parrocchiani e conoscenti.
Patronato dei piccoli
Ci serviamo anche di questa circostanza per raccomandare a tutto il Clero della città l’opera già incominciata del Patronato Giovanile, nel palazzo già Pasqui-Tini, appartenente alla Società “Unione Piccoli Lavoratori”. Tutti i giorni vi si raccolgono i bambini dai quattro ai sei anni dalla mattina alle nove fino alla sera, ed una apposita suora li educa alla cristiana pietà e al viver civile, e questo gratuitamente. Ne facciano parola alle madri perché approfittino di questa opera cristiana.
In tutte le Domeniche poi si raccolgono i ragazzi maschi dai sei anni in avanti, nel medesimo luogo; alla mattina alle ore otto vi è
Ciascun Parroco poi della Città e del suburbio si metta con anima e vita perché i propri parrocchiani si ascrivano alla Unione Popolare, e ne frequentino le sedute. Tali sedute si tengono nella Sala del Seminario la 1a e la 3a Domenica di ogni mese alle ore quattro pomeridiane, e sarebbe desiderabile che ogni buon parroco ci intervenisse coi propri parrocchiani.
Conclusione
Carissimi figli, coraggio adunque, e con tutta energia diamo mano all’impresa; ché trattasi di salvare la società dalla sua totale rovina. Se tardiamo ancora un poco, arriveremo troppo tardi. I nemici non dormono, e già hanno fatto parecchie vittime: guai a noi se non ci mettiamo di lena per arrestarli nelle loro conquiste. O si risveglia la coscienza Cristiana, o corriamo a precipizio verso la rivoluzione sociale. Che Iddio pietoso ci illumini, ci guidi, ci aiuti!
Ed a tutti impartiamo di cuore la pastorale Benedizione.
Dalla Nostra Residenza, la 1a Domenica di Avvento del 1919
X CARLO Vescovo